4 Motivi per Scegliere un Synth Semi Modulare   

4 Motivi per Scegliere un Synth Semi Modulare   

Se sei un grande appassionato di synth oppure se è la prima volta che ti approcci a questo mondo, probabilmente ti starai chiedendo quali sono le motivazioni per cui dovresti rivolgerti ad un synth semi modulare nel caso in cui stessi pensando di scegliere il primo hardware. I synth semi modulari sono degli strumenti unici che offrono la combinazione tra design predefinito e flessibilità della modulazione. 

Nelle prossime righe di questa guida, quindi, abbiamo scelto di fornirti 4 motivazioni valide per cui affidarsi ad un synth semi modulare potrebbe rivelarsi la scelta migliore da fare. Sei curioso di scoprire di cosa stiamo parlando? Guarda il video completo oppure continua a leggere l’articolo: 

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Cos’è un synth semi modulare? 

Il sintetizzatore semi modulare si posiziona a metà strada tra una tastiera synth convenzionale e un sistema modulare completo. Un sintetizzatore semi modulare, quindi, è composto da un insieme di moduli precablati e si configura come uno strumento autonomo che fornisce anche opportunità di connettività con altri synth semi modulari, sequencer esterni oppure generatori di segnali. 

Pertanto, può essere definito come la soluzione più adeguata a cui affidarsi nel mondo dei synth in quanto, pur essendo degli strumenti autonomi, consentono di accedere a connettività aggiuntiva tramite Patch Bay oppure di riscrivere completamente il routing interno. 

4 motivi per affidarsi ad un synth semi modulare 

Motivo #1

Esattamente come qualsiasi synth normalizzato, cioè sintetizzatori precablati e che funzionano out of the box, i synth semi modulari potranno essere suonati senza usare necessariamente cavi e connessioni di vario tipo. Tuttavia, queste tipologie di synth presentano delle strutture molto più particolari di quelle che troviamo sui sintetizzatori normalizzati o su quelli software. 

In realtà, le strutture disponibili sono diverse: 

  • ci sono quelle più classiche come sul Behringer Crave in cui l’oscillatore va dentro un filtro che va dentro un VCA. Poi ci sono inviluppo e LFO che si occupano di modulare il tutto;
  • altri synth avranno strutture più originali come quella di Arturia Minibrute 2S che presenta gli elementi base di un sintetizzatore (oscillatore, filtro, VCA) ma offre l’occasione di mixare forme d’onda ed è dotato di un filtro multimodale in grado di tagliare le basse o alte frequenze. Inoltre, ha numerose sorgenti di modulazione, inviluppi, LFO e, spesso, anche un sequencer;
  • strutture innovative ibride come il Pittsbugh Modular Taiga che rappresenta un vero e proprio punto di incontro tra due tipologie di sintesi molto famose, ovvero East Coast e West Coast.

Motivo #2

Il secondo motivo per rivolgersi ad un synth semi modulare è che, rispetto ai sintetizzatori normalizzati, sono patchabili esattamente come si desiderano. Ciò significa che, in ogni momento tramite Patch Bay, è possibile riscrivere il routing interno del synth e scegliere l’alternativa che più si preferisce. 

Motivo #3 

Il motivo numero 3, invece, si raggiunge nel momento in cui si esplorano tutte le patch bay, le impostazioni, i preset, etc. In questo caso, se ti fossi rivolto ad un synth normalizzato potresti accorgerti dei suoi limiti. Ciò non avviene con i semi modulari perché possono essere espansi attraverso l’utilizzo di altri semi modulari oppure eurorack

Ogni semi modulare, quindi, è sia un sia un sintetizzatore normalizzato che un insieme di moduli che il produttore ha deciso di mettere insieme ma che possono essere utilizzati singolarmente all’interno di un setup più grande. 

Motivo #4

Il quarto e ultimo motivo è probabilmente il più importante. Infatti, sembra proprio che scegliere un semi modulare sia la migliore decisione per imparare come funziona un synth. L’impostazione puramente analogica, la struttura complessa e la presenza di una patch bay impediscono di rivolgersi semplicemente ai preset e al pannello anteriore obbligando effettivamente a capire quale ruolo svolge ogni singolo modulo e cosa rappresenta la singola tensione di controllo all’interno del sintetizzatore. 

Tutto ciò, quindi, consentirà a cui vuole approfondire il discorso riguardante la sintesi di ottenere maggiore conoscenza in questo campo e rappresentare la vera e propria chiave di accesso alla compressione di uno strumento come il synth. 

Conclusioni 

Insomma, affidarsi ad un sintetizzatore semi modulare significa riuscire a capire la vera essenza di questo mondo, senza soffermarsi troppo sui preset o limitarsi all’utilizzo del pannello anteriore. Se vuoi ampliare la tua conoscenza e migliorare la comprensione delle dinamiche che governano uno strumento complesso come il synth, rivolgersi ad un semi modulare è probabilmente la migliore scelta da fare.