Firebird VS Flying V: due forme inconfondibili

Firebird VS Flying V: due forme inconfondibili

Nella storia della chitarra elettrica, non tutti i modelli lanciati da brand di punta come Gibson hanno ottenuto un immediato successo. Ad esempio, Firebird e Flying sono due chitarre elettriche più volte introdotte nel mercato senza mai riuscire ad ottenere grande apprezzamento da parte del pubblico. 

Tuttavia, nel corso degli anni, questi due modelli sono diventati dei veri e propri classici riconoscibili al primo colpo d’occhio. Nelle prossime righe, abbiamo deciso di realizzare un vero e proprio viaggio alla scoperta della storia e del suono di questi due strumenti che, nel tempo, sono stati utilizzati da alcuni dei più importanti chitarristi blues e rock di sempre. 

Scopri le nostre altre guide dedicate al mondo della chitarra elettrica: 

Storia della Flying V

Siamo verso la fine degli anni ‘50, con il mercato delle chitarre elettriche che vedeva imporsi un modello in particolare, la Stratocaster, per alcune caratteristiche che la rendevano uno strumento unico: design all’avanguardia, suono e versatilità. 

L’obiettivo di Gibson era proprio quello di contrastare il successo commerciale di Fender e decise di lanciare sul mercato una chitarra dal design completamente differente, un taglio netto dalle linee morbide e sinuose così tanto apprezzate dai chitarristi. 

Il brand americano, quindi, voleva scrivere il presente e il futuro e, nel 1957, Gibson presentò ufficialmente la Flying V definendola come l’approccio per poter guidare la chitarra verso il futuro. Nel 1958, dalla fabbrica di Gibson partirono 81 Flying V e nel 1959 se ne vendettero solamente 17. Sebbene venne implementata una campagna pubblicitaria aggressiva, il progetto fu un vero e proprio fallimento e la produzione terminò. 

Tuttavia, proprio come avviene per alcuni artisti che raggiungono un successo postumo, anche la Flying V ha seguito questo percorso. Albert King, uno dei chitarristi blues più famosi, rimase colpito dal design della chitarra che andava a soddisfare le sue esigenze di musicista mancino e decise di suonarla come strumento principale. 

Una delle particolarità più interessanti del suono di Alberto King è che lui aveva preso una chitarra per destri e aveva iniziato ad utilizzarla da mancino, senza invertire l’ordine delle corde. Questa impostazione, insieme alla presenza di binding, hanno creato uno degli stili più imitati di sempre e che ha influenzato nomi come Steve Ray, Jimi Hendrix, Joe Walsh, Warren Haynes, Joe Bonamassa e tanti altri. 

In un secondo momento, la Flying V è stata utilizzata da chitarristi come Jimi Hendrix, Keith Richards, Dave Davis spingendo Gibson a riprendere la produzione che, anche questa volta, non si rivelò esattamente un successo. 

Tuttavia, la Flying V trovò il suo posto dalla metà degli anni ‘70, prima con l’arrivo dell’hard rock e poi con il Metal. Nomi come Van Halen, Kirk Hammet e James Hetfield l’hanno resa celebre in tutto il mondo. 

Epiphone Flying V 

Tra gli ultimi modelli di Flying V che stanno riscontrando un discreto successo c’è la Epiphone Flying V che riprende fedelmente il design di casa Gibson e monta dei ProBucker Epiphone per ottenere un suono vintage, tipico dei modelli degli anni ‘50. 

Suonare una Flying V è un’esperienza diversa: la sua forma non convenzionale ha sicuramente un impatto a livello visivo, tuttavia, una volta imbracciata c’è bisogno di qualche minuto di tempo per suonarla al meglio. Ecco perché, probabilmente, non è la migliore scelta come prima chitarra elettrica. 

Della Epiphone Flying V si apprezza la qualità costruttiva con body e manico realizzati in mogano e con tastiera in alloro indiano. Il suono è il classico che ci si aspetterebbe da una chitarra con due humbucker Gibson: tondo, caldo, ricco di attacco e di sustain con una buona presenza soprattutto sui suoni distorti. 

Storia della Firebird 

I flop che Gibson subì con Flying V ed Explorer, portarono il brand americano a ragionare in maniera diversa, cercando aiuto al di fuori dell’industria musicale per realizzare uno strumento che facesse gola ai chitarristi. 

Nel 1962, quindi, Gibson chiese l’aiuto di Ray Dietrich, un designer di automobili che, all’epoca, aveva collaborato con diversi marchi. Il risultato fu la Firebird, diffusa nel mercato a partire dal 1963. 

Dietrich non si occupò solamente del design della chitarra ma, insieme agli ingegneri Gibson, ridisegnò le componenti elettroniche: nacquero così i “mini-humbucker”. Peraltro, sulla chitarra furono montate meccaniche in stile banjo e la Firebird è stata la prima Gibson a tutti gli effetti ad avere una costruzione neck-through, con il manico che attraversa tutto il corpo dello strumento. 

Un altro aspetto che Gibson prese in prestito dal mondo automotive erano i colori delle vernici, approccio che già Fender aveva utilizzato con successo. Tutto ciò, però, non contribuì a rendere la Firebird un modello di punta del brand americano: nei primi due anni di vita, furono venduti solamente qualche migliaio di modelli. 

Nonostante questo, la Firebird è diventata la chitarra per eccellenza di una delle più grandi leggende del blues, Johnny Winter, il quale si era avvicinato allo strumento per l’estetica accattivante. 

I mini-humbucker, infatti, hanno un carattere in classico stile Gibson ma più scarichi e più ricchi di alte frequenze. Il suono pieno di sustain, unito al suo fraseggio ricco di carattere e con un grande vocabolario blues e uno splendido vibrato, hanno fatto in modo che Johnny riuscisse a definire il suo sound in maniera unica, fin da quando era giovane. 

Oltre a Winter, anche Eric Clapton si è rivolto alle Firebird per un periodo della sua carriera. Tra gli altri nomi troviamo Joe Bonamassa e Warren Haynes. 

Epiphone Firebird

Se hai intenzione di aggiungere alla tua collezione di chitarra una Firebird, il nostro suggerimento è rivolgerti alla Epiphone Firebird, uno strumento dalle qualità costruttive molto interessanti con un manico in 9 pezzi di mogano e noce, body in mogano e tastiera in alloro indiano. 

Ciò che stupisce di questa chitarra è il suono dal carattere versatile e la sua estetica particolare e ricercata. Anche la Firebird, quindi, è uno strumento che da un fallimento commerciale al momento del lancio ha trovato apprezzamento nel pubblico in tempi recenti. 

Nel complesso, la Epiphone Firebird è un modello che ricalca le specifiche della Firebirds 3, la chitarra che presentava una configurazione con 2 pickup. 

Conclusioni 

Non tutte le ciambelle riescono col buco, verrebbe da dire. Il lancio dei modelli Flying V e Firebird non è stato un successo, tuttavia, nel corso del tempo, queste chitarre elettriche sono state apprezzate da parte dei chitarristi che ne hanno approvato le caratteristiche e le performance. Oggi, acquistare una Flying V oppure una Firebird non è assolutamente inaccessibile in quanto ci sono modelli Epiphone dalle ottime qualità costruttive e che propongono il suono caldo e rotondo che ti aspetteresti da uno strumento con queste caratteristiche.