3 Setup Live per Synth: Software, Hardware e Ibrido 

3 Setup Live per Synth: Software, Hardware e Ibrido 

Se sei un appassionato di synth e del mondo che gira intorno a questi fantastici strumenti, potresti chiederti quale sia la migliore configurazione per suonare live durante i tuoi concerti. Ci sono una serie di aspetti da considerare per immaginare un setup che incontri le tue esigenze e quelle del palco. Nelle prossime righe di questa guida, quindi, abbiamo deciso di mostrarti 3 setup per essere subito pronto ad andare live in qualsiasi momento: 

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Setup Live Synth: quali considerazioni fare? 

Prima di gettarti a capofitto nella scelta di prodotti e software, la domanda da porsi è: “che tipo di musica ho intenzione di suonare live?”. Per dare una risposta coerente, è necessario prendere in considerazione tre elementi: 

  • Divertimento
  • Salvare preset, sequenze e altro
  • Facilità di montaggio e di trasporto 

Il primo obiettivo è quello di porre le basi affinché tu e il tuo pubblico vi divertiate, fattore strettamente legato ai successivi due. Infatti, un setup live synth efficace consente di essere programmabile, almeno in parte. Invece, con il terzo elemento si valuta un aspetto prettamente funzionale: il setup non deve essere troppo ingombrante e facile da portare in giro. Ecco perché tutte le configurazioni che ti consiglieremo sono accessibili in un’area di circa 70 x 70 cm. 

In ogni caso, le tre idee che troverai nelle prossime righe hanno caratteristiche differenti. La prima è totalmente software, la seconda prevede solamente l’hardware, mentre la terza è un vero e proprio ibrido tra le prime due soluzioni. 

Setup Live Synth: solo software 

Il primo setup si caratterizza da una configurazione piuttosto semplice che prevede un'interfaccia audio (Arturia Minifuse 4) collegata ad un computer dotato di un software come Ableton Live che viene a sua volta controllato con un Ableton Push 2. Tutti gli aspetti riguardanti performance (volumi e mandate) sono controllati tramite un Novation Launch Control XL. Questi ultimi due dispositivi sono collegati alla Minifuse 4 tramite porte USB. 

Detto questo, ci sono due alternative che è possibile valutare. Si potrà registrare la performance direttamente in arrangement view mentre la performance stessa viene eseguita oppure è possibile registrare il tutto utilizzando le altre due uscite dell'interfaccia audio.  

Setup Live Synth: solo hardware

Quando si lavora con un setup dal vivo, si rischia di non registrare quanto prodotto. Bisogna considerare, invece, che tutto ciò che si suona live deve essere opportunatamente registrato. 

Nel primo setup era sufficiente registrare in arrangement view, in tempo reale, tutto ciò che avveniva in session view. In un setup hardware, invece, dove il computer è assente, è necessario usare un dispositivo di registrazione ad hoc.

All'Arturia Minifuse 4 potremmo accoppiare allora un registratore portatile come Zoom H6, il cui solo limite è che, al termine, avremo un'unica traccia stereo per tutto il live set. Pertanto, non sarà possibile mixare, editare o ricampionare ciò che è stato suonato in multitraccia. 

Un’alternativa valida può essere un mixer come il Presonus AR12C utilizzabile come interfaccia audio oppure come stand alone integrato con una SD su cui è possibile registrare in multitraccia tutte le mandate separate del mixer. 

Eventualmente, per un setup esclusivamente hardware, ci si può rivolgere ad una Roland TR-8S (molto di più di una semplice drum machine) dotata di una serie di motori di sintesi in grado di creare pattern complessi. TR-8S svolgerà anche la funzione di Master Clock essendo collegato all'ingresso Midi dell'Arturia Minifreaksu cui sarà possibile caricare una patch con delle sequenze sufficientemente variegate e divertenti così da poter performare per un tempo abbastanza lungo. Il tutto è collegato all’Arturia Minifuse 4 che può essere sostituita anche da un mixer.     

Setup Live Synth: ibrido 

Questo setup, invece, è di dimensioni maggiori e rappresenta un vero e proprio ibrido composto da una DAW, Ableton Push 2, un sintetizzatore hardware (Arturia Minifreak), un’interfaccia audio e un Arturia Rackbrute con qualche modulo effetti per avere la possibilità di variare attraverso l’uso di dispositivi analogici su cui non è possibile salvare patch né creare preset. Come sono disposti tutti questi elementi? Il sintetizzatore hardware è collegato tramite USB per ricevere il clock da Ableton Live aperto su un computer che è a sua volta controllato dall’Ableton Push 2. Tutto questo finisce nell’Arturia Minifuse 4 che, con le uscite 3 e 4, è collegata all’Arturia Rackbrute in cui sono attivi un paio di effetti.  

Conclusioni 

In conclusione eccovi qualche consiglio supplementare. Nel caso in cui aveste in programma un’esibizione dal vivo, assicuratevi sempre di disporre dell’alimentazione corretta per ciascuna apparecchiatura in vostro possesso. Inoltre, controllate che tutte le connessioni siano corrette. Un cavo fuori posto potrebbe far cambiare il suono del vostro intero setup. Inoltre, portate sempre con voi cavi MIDI e cavetti di riserva, considerando anche la loro lunghezza in base al contesto in cui andrete a suonare. Infine, dotatevi sempre di un’illuminazione appropriata oppure di una torcia, in particolar modo per le vostre prime esperienze, per assicurarvi di agire sui tasti giusti, soprattutto in locali bui e privi di luce.