Test: Tastiere Roland GO: il buon suono a un piccolo prezzo

Test: Tastiere Roland GO: il buon suono a un piccolo prezzo

Due modelli per chi si avvicina al magico mondo dei tasti bianchi e neri: il ritorno di Roland nell'agguerrito mercato “consumer”.

Ci fu un tempo in cui Ikutaro Kakehashi, il fondatore di Roland, dopo una serie di infelici proposte sul tema dichiarò che mai più avrebbe realizzato strumenti dedicati alla fascia di mercato definita “consumer”. Ikutaro Kakehashi ci ha lasciato quest’anno, e proprio nel periodo in cui il nuovo management di Roland ha annunciato di voler rompere con le scelte del passato, introducendo nuovamente nel proprio catalogo una serie di prodotti “entry level”. La serie che racchiude questi prodotti è stata denominata GO:, e il primo modello comparso l’estate scorsa è l’interfaccia audio GO:MIXER, per veicolare un mix musicale attraverso il web; recentemente sono state commercializzate anche due “Entry Keyboard”, dedicate rispettivamente a chi vuole muovere i primi passi con la musica, magari seguendo un preciso percorso didattico (GO:PIANO), oppure vuole semplicemente divertirsi con modalità per l’intrattenimento che avvicinano alla musica (GO:KEYS).


Caratteristiche condivise

Identiche in termini di dimensioni e design dello chassis in materiale plastico, le tastiere della serie GO: brillano in primis per il peso estremamente leggero (meno di quattro chilogrammi), e per la presenza di una meccanica inedita, dotata di 61 tasti tipo piano di lunghezza regolare rivestiti da una finitura “Ivory Feel”.  I due modelli si distinguono in termini di livrea: per la GO:PIANO si è scelta una sobria colorazione nera per lo chassis, mentre un rosso vivace riveste il modello GO:KEYS. Sul pannello posteriore troviamo il parco connessioni, composto da un ingresso Aux su presa Minijack stereo da 3,5mm, un’uscita Phone/Output sempre su presa Minijack stereo da 3,5mm, una presa per collegare un pedale Sustain, la presa per l’alimentatore di rete fornito a corredo, infine la porta Micro USB per collegare lo strumento a un personal computer e compiere operazioni di backup o ripristino dei dati contenuti nella porzione di Flash RAM dedicata (10MB circa).

Il pannello comandi è composto da un set di switch capacitivi che variano come numero secondo il modello, disposti ai lati di un generoso display monocromatico LCD retroilluminato da led di colore azzurro nel modello PIANO, e arancione per la variante KEYS. L’amplificazione eroga 2,5 watt a una coppia di speaker da 12 x 6 cm posizionati dietro delle griglie ai lati del pannello sopra la tastiera. Le tastiere della serie GO; supportano la trasmissione/ricezione di eventi nei formati MIDI e audio attraverso il protocollo Bluetooth 4.2; inoltre, sul fondo dello strumento è inserito uno scomparto in grado di ospitare sei batterie di tipo AA, per l’impiego svincolato dall’alimentatore di rete. Tra gli accessori a corredo, oltre all’alimentatore e un piccolo manuale di uso trovate anche un leggio, mentre tra quelli opzionali segnalo lo stand KS-12, i pedali sustain della serie DP.


GO:PIANO

Dei due modelli è quello più serioso non solo nel colore, perché anche il panello comandi è stato razionalizzato nel numero di controlli, per renderlo più sobrio e al contempo elegante: partendo da sinistra, accanto al pulsante di accensione troviamo la coppia di switch per regolare il volume, i selettori per richiamare le impostazioni generali (Setting), l’area song o attivare il metronomo; in due sezioni separate troviamo infine i controlli per impostare l’ottava e i comandi trasporto del Recorder/Player interno. Sulla destra dopo il display troviamo i controlli incremento/decremento e lo switch “Home” per ritornare velocemente al menu principale dello strumento, infine i quattro pulsanti per richiamare altrettante categorie orchestrali in cui sono organizzate le timbriche. La Roland GO:PIANO fornisce complessivamente 38 preset più due drumkit così organizzati: la categoria pianoforti acustici comprende sette preset dedicati, più una coppia di combinazioni in layer con archi e pad sintetici, infine un preset di clavicembalo. Nella categoria dei pianoforti elettrici troviamo quattro preset di derivazione Fender e Wurlitzer, un timbro di Clavinet, un preset basato sulla sintesi FM, infine lo storico preset “Fantasia” desunto dal sintetizzatore Roland D-50. Nella categoria degli organi troviamo un terzetto di preset di un modello elettromagnetico con un suono imponente (Full Drawbar), in cui sono disponibili tre combinazioni riguardo al Leslie associato (fermo, lento o veloce), un preset di organo elettromagnetico con la percussione attivata, due timbriche dedicate all’organo a canne e un preset di fisarmonica. La categoria “Others” comprende tre preset dedicati ai cori, uno ciascuno rispettivamente per timbriche di archi, violino, flauto, trombone, chitarra classica e vibrafono, tre Tone di stampo sintetico, due dedicati al basso (acustico/elettrico), infine la coppia di Drumkit Standard ed EFX. La sezione effetti comprende un DSP dedicato al riverbero con singolo un algoritmo “Concert Hall” disponibile. La polifonia è di 128 note.

Il menu Setting comprende parametri quali la regolazione dell’intensità del riverbero (da 0 a 10 step), il Transpose, l’intonazione generale, la possibilità di escludere la parte di pianoforte dalle song riprodotte, la risoluzione metrica del metronomo, la definizione della risposta al tocco (quattro tipi), l’attivazione/disattivazione di un segnale sonoro alla pressione degli switch sul pannello, la possibilità di silenziare i diffusori interni collegando le cuffie, le impostazioni “Load” e “Delete” per le Song e quelle dedicate al protocollo Bluetooth, le modalità Backup/Restore, l’attivazione della modalità di autospegnimento su tempi prefissati (Off, 30 minuti o 4 ore), la regolazione del contrasto dello schermo LCD, infine il Factory Reset e la versione del sistema operativo caricata. Lo strumento dispone di 15 song dimostrative per diversi generi musicali, ma riguardo alla didattica, il “piatto forte” nella GO:PIANO è costituito dal supporto alla app gratuita per i dispositivi iOS e Android denominata Piano Partner 2: collegata allo strumento tramite Bluetooth, essa consente di gestire le song caricate nello strumento, di visualizzarne lo spartito sullo schermo del dispositivo collegato, ma anche di esercitarsi sviluppando il senso del ritmo, oppure nella lettura delle note attraverso un simpatico gioco incluso. La app Piano Partner 2 include inoltre un menu Remote per gestire alcune funzioni dello strumento in remoto, un Recorder MIDI e un menu Diary per memorizzare gli esercizi compiuti quotidianamente.


GO:KEYS

Questo modello è piuttosto trasversale, perché destinato al Producer “in erba” o semplicemente a chi vuole divertirsi allestendo un piccolo brano musicale, grazie ad alcune funzionalità a corredo che consentono di ottenere un risultato con pochi e semplici gesti. Dato l’ampio range di generi musicali da dover affrontare con questo strumento, l’arsenale sonoro della GO:KEYS è stato irrobustito con circa 554 preset, di cui 272 organizzati in otto categorie orchestrali e selezionabili da pannello; inoltre, è incluso un banco rispettoso del formato General MIDI 2 abbinato alla sezione multitimbrica a 16 parti dedicata al recorder/player interno. Le parti che l’utente può registrare in una song tramite la tastiera in tempo reale sono complessivamente otto. La sezione effetti comprende tre blocchi DSP così organizzati: il riverbero è regolabile nell’intensità dal pannello, mentre i blocchi per Chorus e un multieffetto sono prefissati sui preset in cui sono attivi, ma si possono modificare dal mondo esterno attraverso eventi MIDI dedicati e inseriti in una song. La polifonia è di 128 note. La novità in termini di funzioni insita nella GO:KEYS è la funzione Loop Mix: essa consente di allestire un piccolo brano musicale gestendo fino a cinque sezioni di pattern attraverso la tastiera (batteria, basso, parte A/B/X); l’utente in seguito può scegliere se rimanere in questa sezione, cambiando i vari pattern per arricchire l’arrangiamento, oppure spostarsi nella modalità Interactive Chord che – a tutti gli effetti – tramuta la GO-KEYS in una tastiera arranger essenziale con Sync/Start attivabile, ma punto di split e riconoscimento degli accordi prefissato. La GO:KEYS in memoria dispone di 1.232 Pattern (22 sets x 56 pattern ciascuno).

Il Recorder interno consente di fissare non solo una song realizzata con le parti di tastiera, ma anche le performance eseguite nelle modalità Loop Mix e Interactive Chord: si possono realizzare fino a 99 song in formato MIDIFile di tipo 0 (30.000 note ciascuna). L’importazione di MIDIFile provenienti dal mondo esterno nella memoria interna avviene attraverso la procedura di Backup/Restore, da compiere collegando lo strumento a un personal computer tramite la porta Micro USB. Il pannello comandi comprende, oltre al pulsante di accensione e quelli per la regolazione del volume, due file di cinque switch denominati Performance Pad, dove assegnare a scelta – tramite il pulsante Func – rispettivamente i controlli per Pitch Bend e Modulation, oppure il cutoff del filtro sul timbro della parte Keyboard sulla fila di switch superiore, e un effetto di rullata per la parte di batteria nella sezione Loop Mix in quella inferiore. Sulla sinistra del display troviamo la piccola sezione dei comandi trasporto per il Recorder/Player interno e lo switch per attivare il modo Loop Mix, mentre sulla destra sono disposti quattro pulsanti Exit/Enter e Incremento/decremento per la navigazione tra i menu, gli switch Setting, Clear – per riportare lo strumento alle condizioni iniziali di uso - e Chord per attivare la modalità correlata al modo Loop Mix, infine disposti su due file da quattro i pulsanti per selezionare le otto categorie orchestrali disponibili per i Tone. Rispetto a quanto già visto nella GO:PIANO, su questo modello il menu Setting è stato integrato da altre voci dedicate alle funzionalità aggiunte quali la regolazione del volume di una parte, l’impostazione per l’ottava, la visualizzazione sul display anche dei preset inclusi nel banco GM2, oppure il modo Keep Setting, per preservare alcune impostazioni allo spegnimento dello strumento. Una curiosità riguardo ai Performance Pad: potete utilizzarli per navigare nel menu Setting, ma fungono anche da Tap Tempo per definire al volo la velocità di esecuzione nel menu dedicato. Le funzionalità Bluetooth ricalcano quanto già descritto in precedenza per la GO:PIANO, ma su questo modello non è previsto il supporto per la app gratuita Piano Partner 2.


Il test

Roland ha realizzato uno chassis non solo esteticamente gradevole, ma soprattutto privo di pericolosi spigoli vivi, pensando all’uso da parte di un’utenza in tenera età: ben fatto. Data la leggerezza di questi strumenti, onde evitare pericolose torsioni che potrebbero danneggiarne la meccanica nel lungo periodo, tra le mura domestiche suggerisco caldamente di poggiarle su un solido piano, oppure su stand come il KS12 fornito tra gli accessori opzionali. Partiamo con alcune considerazioni di carattere generale valide per entrambi i modelli: nell’originale meccanica spicca in primis la lunghezza del tasto regolare, l’action è buona e una leggera consistenza al tocco potrebbe far presumere una piccola semipesatura; rimarchevole infine la scelta di applicare la finitura in avorio sintetico sui tasti bianchi, un piccolo plus inedito per questa fascia di strumenti. Quello che può stupire in questa serie GO: è il carattere sonoro, perché se collegate a sorgenti di linea queste tastiere fanno “la voce grossa”, e suonando energicamente mantenendo il volume dello strumento al massimo, sono capaci di mettere in crisi i preamplificatori degli ingressi di un mixer economico o di una piccola interfaccia audio; nello specifico, mantenendo il volume generale su un valore pari a 16 (range da 0 a 20) si ottiene un livello ottimale. Date le prestazioni in termini di carattere, nella mia prova mi sono spinto oltre, portando queste compatte tastiere Roland anche sul piccolo palco di una band di amici in un contesto unplugged: la resa delle due GO: ha stupito positivamente l’amico tastierista, al punto da dichiarare che, con le sue tastiere, in genere non emerge così prepotentemente nel mix della band! Le prestazioni della diffusione sonora integrata sono commisurate per l’uso tra le mura domestiche o per l’ascolto ravvicinato all’aperto, però anche in questo caso il volume generale dello strumento va dosato sapientemente, onde evitare sgradite risonanze dello chassis; in ogni caso, a questi prezzi  chiedere di più è troppo. L’ingresso Aux In, ma soprattutto il supporto Bluetooth audio consentono di associare allo strumento player MP3 o smartphone, per divertirsi suonando sui successi del momento o allestire un intrattenimento essenziale, anche svincolati dalla rete elettrica grazie all’alimentazione a batterie; nello specifico, durante la prova ho superato le tre ore e mezza di autonomia, mantenendo sempre il volume generale su livelli intermedi.

Rimango perplesso sulla scelta di escludere in questa serie GO: funzionalità di interfaccia MIDI sulla porta USB, perché il protocollo Bluetooth impiegato per scopi analoghi non consente ancora dei tempi di latenza accettabili per pilotare, per esempio, dei virtual instrument caricati su smartphone e tablet. Anche la procedura di caricamento dei file all’interno della Flash RAM non è semplice e richiede un’attenta lettura delle note nel manuale per i meno avvezzi. Passando all’analisi delle timbriche, è giusto ricordare in primis che sulle Roland GO: potete selezionare qualsiasi timbro durante l’esecuzione senza interruzioni nel suono: un altro segnale che sulla generazione sonora di questi strumenti i tecnici giapponesi non hanno lesinato? Nella GO:PIANO si percepisce all’ascolto che la manciata di Tone a corredo sono piuttosto articolati: il preset GO:Grand esprime un carattere delicato e legnoso sul pianissimo, che si tramuta in imperioso incrementando la Velocity; la variante GO:Grand 2 è leggermente più cangiante nel carattere e adatta per generi musicali piuttosto vivaci. Di buona fattura anche tutte le altre varianti dedicate al pianoforte acustico, peraltro dotate di multisample piuttosto omogenei in ogni layer. Scorrendo le altre categorie orchestrali è evidente la scelta di Roland di estendere il range di impiego della GO:PIANO anche al di fuori delle mura domestiche: un esempio in tal senso sono la coppia di organi a canne di buona fattura, oppure i Tone di archi, legni o la chitarra classica, tutte timbriche valide – per esempio – per accompagnare delle celebrazioni liturgiche. Sono ottimi per quantità e varietà anche i pianoforti elettrici, gli organi elettromagnetici e le voci scat, l’ideale per districarsi senza problemi, per esempio, anche con un trio jazz in situazioni minimali. La app gratuita Piano Partner 2 è una mano tesa non solo per la didattica, ma anche per l’intrattenitore, perché il menu Rhythm cela un piccolo arranger con modalità Auto-Fill e Sync Start, più controlli sul display per selezionare sezioni quali Intro, Ending e una coppia di variazioni. Mi sposto ad analizzare la GO:KEYS, e  sul pannello comandi ho rilevato una certa pigrizia nella risposta dei Performance Pad durante l’uso per gestire Pitch Bend e Modulation, mentre alla modalità Tap Tempo avrei assegnato un pulsante dedicato, per un rapido richiamo.

In termini di timbriche, è difficile non trovare nella GO:KEYS quanto desiderato nelle varie categorie, e se volete perdervi in sede di scelta potete estendere la selezione da pannello anche ai Tone contenuti nel banco GM2. Personalmente, oltre alle timbriche di pianoforte di buona qualità, collegando la GO:KEYS a un mixer tramite l’uscita Phones/Output, ho apprezzato la resa di quei Tone che rimandano a una serie di sintetizzatori storici del brand giapponese, ma anche la cassa nei vari drumkit o le sonorità di basso emergono con il giusto grado di “punch”.  Collegando la GO:KEYS a un personal computer potete immagazzinare un buon numero di MIDIFile nella Flash ROM dello strumento. La riproduzione di song commerciali in formato GM2 è piuttosto fedele, ma il player interno è essenziale e intervenendo per regolare i volumi delle parti dal pannello si corre il rischio di variare il Tone riprodotto con quello previsto nella parte Keyboard: in determinati casi, suggerisco di escludere le parti che non volete riprodurre tramite un software esterno, e in seguito trasferirle nella memoria dello strumento. La modalità Loop Mix meriterebbe un capitolo a parte, perché i tecnici Roland hanno compiuto una sorta di “reverse engineering” dell’architettura di un loro arranger “entry level”: i pattern da sempre sono l’ossatura di uno Style, ma nella GO:KEYS quelli previsti in ciascuna parte non sono gestiti da algoritmi, ma direttamente dall’utente, perché distribuiti lungo le cinque ottave della tastiera; l’utente può selezionare a piacere i vari pattern creando uno Style personalizzato. In fase di riproduzione dello Style, l’utente può attivare la modalità Interactive Chord, per trasformare la GO:KEYS in un arranger essenziale, in cui sulle prime due ottave della tastiera (il punto di split è prefissato) è attivo l’algoritmo per il riconoscimento automatico degli accordi eseguiti con la mano sinistra, mentre nelle rimanenti tre ottave si può eseguire la melodia con il Tone impostato nella parte Keyboard. Per chi scrive, questa sorta di razionalizzazione nell’architettura dell’arranger a corredo rende valida questa sezione sia per il giovane Producer che si diletta nei suoi primi remix, sia per l’amatore che non vuole impazzire con i mille automatismi di una tastiera arranger per creare un piccolo intrattenimento. Il parco Style è stato raddoppiato recentemente da Roland, e questo fa ben sperare in termini di supporto futuro. Il Recorder che consente la registrazione in entrambe le modalità fin qui descritte è la ciliegina sulla torta a corredo per fissare la vostra performance. Mi auguro che Roland realizzi a breve una app dedicata anche per la GO:KEYS, magari con un menu dedicato alla gestione in remoto dei MIDIFile contenuti nella FlashROM dello strumento.


Conclusioni

Con poche centinaia di euro vi portate a casa una tastiera compatta, leggera e con sonorità su cui Roland – come di consueto - non ha lesinato in termini di qualità. Oltre ai vari ambiti descritti in precedenza, la GO:PIANO può rivelarsi l’ideale anche per quei pianisti che soffrono di problematiche alle mani, e durante la convalescenza non vogliono  rinunciare a piccoli momenti di esercizio. Date le prestazioni riscontrate, il target a cui si rivolge la GO:KEYS si può estendere non solo l’intrattenitore alle prime armi con un piccolo budget, ma anche al musicista che vuole razionalizzare il proprio setup in quegli eventi in cui lo spazio a disposizione (o il cachet) è ridotto ai minimi termini. La modalità Loop Mix è efficace nella sua essenzialità, ed è in grado di conquistare non solo i più piccoli, ma anche quegli adulti poco avvezzi a navigare tra i mille menu di una più completa tastiera arranger. In conclusione, Roland è scesa in fascia consumer con le armi ben affilate: i concorrenti sono avvisati. A voi non resta che provarle: "GO on" e buon divertimento!


Secondo noi

Rapporto qualità/prezzo 7,5

Costruzione 8

Suono 8

Facilità d’uso 7


Pro

Timbriche di qualità

App Piano Partner 2 nella GO:PIANO

Modo Loop Mix nella GO:KEYS


Contro

Assenza di un interfaccia MIDI

Perfomance Pad poco reattivi nella GO:KEYS


L’articolo di Riccardo Gerbi è pubblicato in collaborazione con www.audiofader.com