Ritchie Blackmore: oltre "Smoke on the Water", le chitarre rock dei Deep Purple

Ritchie Blackmore: oltre "Smoke on the Water", le chitarre rock dei Deep Purple

Il chitarrista che ha scritto uno dei riff più famosi della storia può essere considerato il più geniale? Ti sarà sicuramente capitato di voler imparare a suonare la “canzone di Lucignolo”, conosciuta anche e soprattutto come Smoke on the Water, uno dei brani più famosi dei Deep Purple. 

Tuttavia, oltre a questo pezzo, la genialità di Ritchie Blackmore ha avuto sfogo in tanti altri brani che sono giunti al successo. Blackmore, però, è famoso anche per il suo modo di suonare che gli ha consentito di diventare uno dei precursori del chitarrismo virtuoso che si sarebbe sviluppato a partire dagli anni ‘80. 

Quindi, non perdiamo altro tempo e iniziamo ad approfondire la storia dell’ex chitarrista dei Deep Purple, andando ad approfondire aspetti come il suo stile e la sua strumentazione. 

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Gli inizi di Blackmore 

Ritchie Blackmore nasce in Inghilterra nel 1945 e già a partire dalla sua infanzia inizia a mostrare interesse per la musica e per il rock n’ roll. Imbraccia per la prima volta uno strumento intorno agli 11 anni e, in breve tempo, comincia la sua carriera professionale in band e formazioni di vario tipo. 

A 23 anni, Blackmore fonda i Deep Purple, band che non ha bisogno di presentazione e che è entrata di diritto nella Hall of Fame dei gruppi rock più importanti di sempre. Spesso, la figura di Blackmore è accostata alla Fender Stratocaster, tuttavia, non tutti sanno che i primi dischi con i Deep Purple sono stati registrati con una Gibson ES-335 in colorazione cherry. 

Un buon “esemplare” del 335 style è sicuramente la Epiphone ES-335 caratterizzata da top, fondo e fianchi in acero stratificato, manico in mogano e tastiera in alloro indiano. La Epiphone monta dei pickup Alnico Classic PRO che offrono una buona gamma di suoni vintage. 

Oltre alla Gibson ES-335, Blackmore amava utilizzare il Vox AC30 che, senza scomodare un pesante combo valvolare, può essere sostituito dal Ruby, il pedale digitale di Universal Audio che emula in maniera notevole il suono del noto amplificatore valvolare britannico per eccellenza e che rientra tra i migliori “amp in a box” attualmente in circolazione. 

Il suono di Blackmore, però, non si limita solamente all’accoppiata ampli e chitarra. Infatti, nella sua catena degli effetti non era raro trovare anche un fuzz, elemento che si può trovare in brani come Ash e nei due album successivi a Shades of Deep Purple. Un pedale che offre un timbro che si avvicina al suono di Blackmore è il Fuzz Ranger di Formula B

Con la prima formazione, chiamata anche Mark I, la band aveva una direzione non sempre chiara, con un mix di rock psichedelico e altre influenze. Con il cambio di formazione, quello che viene chiamato Mark II, con l'ingresso di Ian Gillan alla voce e Roger Glover al basso, si avrà quello che viene considerato il periodo più classico dei Deep Purple e probabilmente anche quello di maggior successo.

Ad esempio, nell’album “In Rock” sono presenti alcuni brani che hanno fatto la storia della musica rock come, ad esempio, Speed King, Black Night e Child in Time, probabilmente l’ultimo pezzo registrato con una 335. Infatti, da quel momento in poi, Blackmore inizia ad interessarsi ad un nuovo strumento a cui tanti chitarristi di quel tempo si erano avvicinati: la Fender Stratocaster. 

Il passaggio alla Stratocaster 

Hendrix ha avuto sicuramente una forte influenza sui chitarristi di quegli anni e la combinazione Stratocaster e Marshall era tra le più desiderate in assoluto. La prima Strato di Blackmore apparteneva ad Eric Clapton che la diede al suo roadie e fu comprata proprio dal chitarrista dei Deep Purple. Nonostante avesse qualche problema con il manico, Blackmore iniziò ad apprezzarne il suono suono definito e il timbro delle single coil. Ecco perché utilizzò quasi solamente chitarre Stratocaster dal 1970 in poi. 

Nel corso della sua carriera, Blackmore è stato in possesso di numerose Stratocaster, alcune delle quali non hanno avuto una bella fine. Quella che oggi Fender produce come suo modello Signature è una delle ultime versioni della sua chitarra, nel periodo Rainbow. 

Una delle prime caratteristiche di questo strumento è sicuramente la tastierascalloped”, fattore che consente di aumentare il grip nel bending. Tuttavia, a differenza della chitarra di Malmsteen, lo scalopping è graduale e si intensifica nei tasti più alti ed è di maggiore intensità sulle corde più acute. 

L’era degli amplificatori Marshall 

In questo stesso periodo, Blackmore inizia ad affidarsi anche agli amplificatori Marshall anche se, in un primo momento, sembra che dentro le sue testate Marshall ci fossero anche dei Vox AC30. 

Marshall iniziò a produrre le famose Major, delle testate valvolari da 200 watt che, in realtà, erano probabilmente molto più potenti. Ovviamente, è complicato reperire una testata di questo tipo, ecco perché ci si potrebbe affidare ad un Marshall JCM 2000 DSL accoppiato ad un treble booster di Formula B, il Fuzz Ranger. Infatti, fino al ‘74, Blackmore pare che continuasse ad utilizzare il treble booster anche con il Marshall

Gli anni ‘70 sono stati un periodo florido per i Deep Purple. Nel 1972 esce Machine Head, l’album più famoso della band e, probabilmente uno dei più importanti della storia della musica rock, all’interno del quale ogni traccia è praticamente diventata una hit. Dal punto di vista stilistico, Blackmore scrive grandi brani e si distingue come un solista sopraffino. 

Il suo uso della pentatonica è raffinato, elegante e aggiunge spesso alcune note per ottenere  un suono più cromatico. Blackmore utilizza spesso una forma di scala che è diventata famosa tra lui e numerosi altri chitarristi: la Super Scala Blues, che aggiunge alla pentatonica anche la quinta bemolle, sesta maggiore e nona maggiore. 

Il cambio di formazione e l’addio di Blackmore 

Nel 1972 esce anche uno dei live album più famosi di sempre, “Made in Japan”. Tuttavia, in quegli anni ci sono diverse tensioni nella band che portano alla partenza di Ian Gillan e Roger Glover, decretando la fine del periodo Mark II dei Deep Purple. 

Si fanno spazio nella formazione Glenn Hughes, bassista e cantante, e David Coverdale, alla voce. Da qui in poi si può parlare dei Mark III dei Deep Purple con la registrazione del celeberrimo album “Burn” al cui interno si trova la famosissima canzone omonima. 

In quello stesso periodo, Blackmore inizia le sperimentazioni con un registratore a nastro Aiwa e si rende conto che il suo preamplificatore ha un buon gain, ecco perché decide di usarlo per “boostare” i suoi amplificatori. Ovviamente, è complicato avere a disposizione un registratore a nastro degli anni ‘70 e, a tal proposito, si potrebbe virare sul Dunlop EP101 Echoplex per poter riuscire ad imitare al meglio il suono di Blackmore dal ‘74 in poi. 

Il ‘74 è un anno particolare per Blackmore che rischia l’arresto in seguito al famoso incidente durante il concerto in California Gen in cui distrugge una sua chitarra e fa esplodere uno dei suoi amplificatori. Parrebbe che avesse fatto delle esplicite richieste agli organizzatori che sono state disattese. Nonostante il cambio di formazione, a Blackmore non piace la strada imboccata dai Deep Purple, troppo funk per lui. Ecco perché, a partire dal 1975 fonda i Rainbow e lascia, di fatto, la band. 

Il periodo Rainbow e le tendenze heavy metal 

Con i Rainbow, Blackmore abbraccia una direzione più rock ed heavy metal. Il gruppo si caratterizza da una serie di fasi: nella prima, con Ronnie James Dio lo stile è rock e a tratti heavy metal; successivamente, entra Graham Bonnet che viene sostituito da Joe Lynn Turner, periodo in cui i Rainbow prenderanno una direzione più pop e commerciale. 

Oltre al manico “scalloped” e al palettone, ci sono altri aspetti che accomunano la chitarre di Blackmore a quella di Malmsteen. Infatti, anche l’elettronica condivide alcune caratteristiche della Stratocaster del chitarrista svedese. In particolare, ci sono tre pickup anche se quello centrale è sulla chitarra solo per bellezza. 

Nella sua Stratocaster, Blackmore è stato più diretto: il pickup centrale non è proprio attivo, mentre gli altri sono due Seymour Duncan Quarter Pound dal suono grasso e convincente. 

Il ritorno nei Deep Purple e l’addio definitivo 

Dopo il periodo con i Rainbow, i Deep Purple tornano con la formazione Mark II e la band produce alcuni album di grande spessore come “Perfect Strangers”, dalle sonorità hard rock e progressive. 

Anche in questo periodo, i cambi di formazione non mancarono di certo con l’inclusione di Joe Lynn Turner per un breve periodo. Il 1993 fu l’anno in cui Blackmore lascia il posto a Joe Satriani. 

A partire dal 1995, Blackmore, insieme alla sua compagna Candice Night, forma un duo chiamato Blackmore’s Night e iniziano a suonare musika folk-medievale. Ad oggi, a parte qualche episodio saltuario, i Blackmore’s Night sono la principale occupazione di Ritchie che è apparso in un paio di concerti tra il 2016 e il 2018 con il nome Ritchie Blackmore’s Rainbow, imbracciando la sua Stratocaster e affidandosi ad amplificatori Hughes & Kettner. 

Conclusioni 

Naturalmente, ci sarebbero ancora tante cose da dire e numerosi approfondimenti da fare su un chitarrista così controverso come Ritchie Blackmore. Questo artista ha sicuramente contribuito allo sviluppo del modo di suonare la chitarra elettrica in tutto il mondo e alla realizzazione di alcuni dei brani che hanno fatto la storia della musica rock. 

In definitiva, Blackmore si posiziona come un chitarrista virtuoso, dall'eccellente carriera professionale e da cui è possibile prendere spunto per migliorare la tecnica sul proprio strumento.